Sviluppo Sostenibile: Cos’è, Definizione e Obiettivi

Di definizioni del concetto di sviluppo sostenibile ce ne sono davvero numerose, visto che nel corso degli anni quest’argomento è stato declinato davvero in tante modalità. La prima volta, come termine, venne adottato nel 1987 con il rapporto Brundtland: illo tempore si faceva riferimento a tutto quello che era in grado di soddisfare appieno i bisogni presenti, senza andare a compromettere le esigenze delle generazioni venture. 4 anni dopo, Herman Daly, rinomato professore universitari, noto ai più per la sua visione ecologica dell’economia, volle approfondire le condizioni essenziali per lo sviluppo sostenibile.

Le 3 condizioni per lo sviluppo sostenibile

Sulla base di quanto evidenzia Herman Daly le condizioni per lo sviluppo sostenibile sono 3:

  • Il tasso di impiego delle risorse rinnovabili deve essere inferiore a quello relativo alla loro rigenerazione.
  • La presenza di particelle inquinanti e di scorie, che ogni giorno purtroppo vengono immesse nell’aria che respiriamo, deve essere sempre inferiore alla capacità di carico dell’ambiente.
  • L’insieme di risorse non rinnovabili deve per forza di cose rimanere stabile nel corso del tempo.

Sviluppo sostenibile: casi concreti

Un esempio pratico attinente al concetto di sviluppo sostenibile ha strettamente a che fare con il riciclo dei rifiuti. Il procedimento, infatti, diventa essenziale per il corretto riutilizzo delle materie prime, che altrimenti andrebbero inutilmente sprecate, all’interno di un nuovo ciclo produttivo.

Anche l’energia solare, quella idrica, quella geotermica e quella eolica sono fonti rinnovabili per antonomasia, per il semplice motivo che garantiscono all’uomo la produzione di elettricità, senza il bisogno di inquinare attraverso il ricorso di gas, carbone e petrolio, risorse appartenenti alla categoria di energie esauribili.

Sviluppo sostenibile: la normativa in Italia

Premesso che per agevolare il successo dello sviluppo sostenibile, ogni nazione si sta impegnando al massimo con l’intento di portare avanti politiche ambientali, vale la pena soffermarsi sul caso italiano. Cosa dice la normativa in Italia in materia di sviluppo sostenibile? Tenendo conto del d.lgs n.152 del 03/04/200g, basti sapere che qualsiasi attività umana che ha rilevanza in termini giuridici, deve inevitabilmente uniformarsi ai principi chiave dello sviluppo sostenibile. Lo scopo principale, in tal senso, consiste nell’assicurare che il soddisfacimento delle necessità delle generazioni contemporanee non vada minimamente a minare il livello qualitativo della vita delle prossime generazioni. In quest’ottica, anche la Pubblica Amministrazione viene chiamata in causa, dato che deve occuparsi in maniera diretta di far attuare al meglio i piani ed i principi incentrati sullo sviluppo sostenibile.

Obiettivi sviluppo sostenibile

Gli obiettivi per favorire lo sviluppo sostenibile sono stati promossi dall’ONU con il reale intento di far divenire il mondo un posto migliore in cui vivere. Eccoli uno ad uno:

  • Sconfiggere in via definitiva la povertà a livello mondiale: si sono scenari di povertà estrema, dove milioni di uomini, specie quelli residenti nei Paesi del Terzo Mondo, vivono ancora senza diritti e con appena 1,25 dollari al giorno. Inaccettabile!
  • Fame zero: il cibo prodotto, almeno al momento, è sufficiente per sfamare tutti gli abitanti della Terra. La sfida del futuro consisterà nell’abbattere definitivamente i problemi dei Paesi poveri.
  • Salute per tutti: ridurre drasticamente il tasso di mortalità, in particolar modo quella infantile e quella materna, vuol dire agevolare le condizioni di sviluppo sostenibile in ogni angolo del mondo. La salute, infatti, è un diritto di tutti.
  • Diritto all´istruzione: per evitare di incappare in condizioni misere, studiare rappresenta un´ottima via d´uscita. Solo che nei Paesi più poveri ci sono ancora troppi ostacoli.
  • Parità uomo donna: se si pensa che in molti Paesi, le donne non possono votare o vedere le partite di calcio allo stadio, si capisce facilmente che occorre ancora lavorare sodo per centrare questo traguardo.
  • Acqua potabile per tutti: non tutte le popolazioni a livello mondiale possono usufruire di acqua potabile. Questo problema, purtroppo, spesso sottovalutato, va a porre i bastoni tra le ruote all´effettiva realizzazione dello sviluppo sostenibile. La mancanza d´acqua potabile è spesso sinonimo di malattie.
  • Produzione di energia pulita: entro il 2030, i sistemi energetici che produrranno energia pulita non solo dovranno essere sostenibili, ma anche appannaggio di tutti.
  • Ridurre il divario tra Paesi capitalisti e Paesi del Terzo Mondo. Una distribuzione delle ricchezze nettamente più omogenea metterebbe solide basi ad una società migliore.
  • Città sostenibili: per essere tali, le città devono apparire sicure e pulite, oltre a favorire l´integrazione. Tutti devono vivere dignitosamente.
  • Modelli di consumo responsabile: la lotta agli sprechi e il rispetto dell´ambiente sono valori cardine su cui si poggia il concetto di sviluppo sostenibile.
  • Salvaguardare la vita marina: il mare è un bene prezioso che va necessariamente protetto. Inquinarlo costituisce “sacrilegio”.
  • Lotta ai cambiamenti climatici: urgono misure specifiche, onde evitare catastrofi naturali.

Tutti questi obiettivi, alcuni dei quali decisamente ambiziosi, andranno raggiunti entro la fine del 2030, secondo il volere dell’ÓNU. Una cosa appare certa: la sfida in questione è decisamente ambiziosa e rappresenta un importante banco di prova per la nostra società.

Conclusioni

Per poter essere centrato appieno, lo sviluppo sostenibile deve essere compreso prima dal singolo individuo. Tocca proprio a quest’ultimo orientare il suo stile di vita verso atteggiamenti sostenibili nel corso degli anni. Il rispetto delle regole, infatti, non deve mai venir meno.

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